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    L’intelligenza artificiale in sanità, tra rischi e opportunità

    By Redazione BitMAT13 Novembre 20235 Mins Read
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    Nella ricerca scientifica l’IA può essere davvero protagonista. Ad oggi l’Europa è molto indietro: su 10 farmaci approvati, 5 provengono da USA, 5 dalla Cina

    NTT Data--Insight Engine -philips-memoria-intelligenza artificiale-ia-ai-AI Labs
    Foto di Gerd Altmann da Pixabay

    Una rivoluzione tecnologica, come quella in corso dell’intelligenza artificiale, ha bisogno di essere regolamentata per sviluppare al meglio le opportunità e minimizzarne i rischi. Una nuova sfida che abbraccia ogni disciplina e che sta mettendo alla prova esperti e professionisti. In medicina l’intelligenza artificiale sta diventando ogni giorno di più uno strumento fondamentale per facilitare processi complessi. Sono ormai diversi gli interventi chirurgici resi più sicuri dalle nuove braccia robotiche. Così come è diffuso il suo utilizzo nella branca della radiologia. Non solo. Perché l’IA si inserisce perfettamente nella dinamica delle decisioni, che è il cuore della pratica e del lavoro dei medici, diventando addirittura terzo attore nella relazione medico – paziente. Una relazione in cui la fiducia è l’ingrediente principale per un percorso terapeutico adeguato, laddove la scelta umana sembra imprescindibile, ovvero la decisione del professionista nel considerare le variabili e le singolarità dei casi.

    In un momento storico in cui l’Europa sta perdendo la capacità di attrarre investimenti, nonché le risorse e le competenze nell’ambito della ricerca scientifica e tecnologica, l’IA può svolgere un ruolo da protagonista. Su una media di 10 farmaci approvati, infatti, circa 5 sono di ricerca americana e il restante proviene da ambiti di ricerca cinese. È anche in questo contesto che l’intelligenza artificiale può rappresentare un acceleratore, rendendo la R&S sempre più digitale.

    Di questo e altri temi affini si è discusso nella due giorni di “Decidere in Medicina. Autonomia del paziente e responsabilità del medico”, la nona edizione del Festival della Scienza Medica, organizzato dalla Fondazione della Scienza Medica, in collaborazione con l’Università di Bologna, l’Accademia delle Scienze di Bologna e la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna.

    L’evento, nella sua giornata inaugurale, si è aperto con gli interventi di saluto dell’Assessore alla sanità e al welfare del Comune di Bologna, Luigi Rizzo Nervo, del Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari, e del Presidente della Fondazione della Scienza Medica, Fabio Roversi Monaco, ed ha ospitato circa 30 esperti che si sono confrontati in numerosi panel e tavole rotonde, con l’interesse e la presenza non solo della comunità scientifica ma anche di numerosi giovani studenti di medicina e della stessa cittadinanza bolognese.

    Di grande prestigio i panel che si sono susseguiti, che hanno visto gli interventi del Premio Nobel per la medicina Andrew Zachary Fire della Stanford University, del Professore Livio Presutti che insieme alla Professoressa Valentina Gazzaniga e al Professore Stefano Canestrari hanno affrontato il tema dei diritti e delle percezioni dei pazienti – umanizzare le decisioni mediche – confrontandosi su uno dei dibattiti sociali e politici più attuale come quello del suicidio medicalmente assistito e concludendo la prima giornata.

    È ricominciata da circa un mese la campagna vaccinale per il Covid-19 e le sue varianti: cosa abbiamo imparato dalla pandemia? Qual è il ruolo della vaccinazione ad oggi? Da queste domande ha preso il via la seconda giornata di lavori, con una sessione dedicata alle nuove patologie e alle possibili scelte terapeutiche. L’incidenza dei casi continua a diminuire in Italia ma sono sempre meno le persone che decidono di procedere con una nuova dose di vaccino: il rischio di contrarre il virus e sviluppare patologie gravi rimane ancora altro per i soggetti fragili, come anziani, immunodepressi o malati cronici. Non si è discusso solo di Covid, ma anche di nuove frontiere scientifiche come il microbiota, con la spiegazione del Prof. Giovanni Barbara. Sul palco dell’Aula absidale del Santa Lucia è intervenuto anche Franco Locatelli, Presidente del Consiglio superiore di Sanità, su alcuni studi riguardo la terapia con cellule somatiche geneticamente modificate per la cura delle malattie ematologiche.

    Scelte ed etica: l’importanza della comunicazione con il paziente e la necessità di rispettarne le esigenze. Un altro tema centrale che è stato affrontato durante il Festival da esperti come Gilberto Corbellini, Professore di storia della medicina e bioetica, che ha analizzato il fenomeno dell’Intelligenza Artificiale e l’impatto sull’autonomia del malato.

    Di nuovo in presenza dopo la pandemia, la nona edizione del Festival della Scienza Medica si è conclusa oggi con i saluti del Presidente della Fondazione della Scienza Medica, Fabio Roversi Monaco, e il Prof. Luigi Bolondi, Presidente dell’Accademia delle Scienze di Bologna e membro del comitato scientifico del Festival.

    “È stata un’edizione di successo che ha potuto contare delle testimonianze e degli interventi di un parterre di ospiti diversificato e di qualità. Un bilancio positivo che conferma la volontà della Fondazione di continuare a dare il proprio contributo alla comunità scientifica e alla cittadinanza per offrire ogni anno spunti rilevanti per il settore e consentire l’interazione divulgativa e scientifica fra medici, clinici e professionisti. Vorrei ringraziare tutti gli sponsor e, in particolare, la Fondazione Carisbo e Banca Intesa che hanno reso possibile questa nuova edizione. Rivolgo poi un ringraziamento anche ai giovani studenti, la loro presenza costante rappresenta un ulteriore elemento di conferma dell’efficacia del modello del Festival e ci spinge a continuare in questa direzione”, ha dichiarato Fabio Roversi Monaco”, ha dichiarato Fabio Roversi Monaco.

    “La varietà dei temi trattati nell’ambito del filo conduttore del Festival “Decidere in Medicina” con l’introduzione dell’intelligenza artificiale, ha stimolato una grande partecipazione soprattutto da parte dei giovani, ansiosi di avvicinarsi alla complessità e alle innovazioni della Scienza Medica.  Il Festival ha mantenuto alta l’attenzione sui temi più attuali della medicina, dell’aggiornamento professionale e dell’importanza del rapporto Medico – Paziente. In uno scenario caratterizzato da profondi cambiamenti e nuove tecnologie – ha dichiarato il Prof. Luigi Bolondi – il dibattito tra professionisti risulta di fondamentale importanza”.

    intelligenza artificiale
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