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    Sei qui:Home»Tendenze»L’impatto del Covid-19 sui pazienti con malattia cardiovascolare

    L’impatto del Covid-19 sui pazienti con malattia cardiovascolare

    By Redazione BitMAT12 Giugno 20204 Mins Read
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    SIIA (Società italiana Ipertensione Arteriosa), associazione di riferimento in campo cardiovascolare, insieme a Bayer, analizza la situazione in questo periodo di Fase 2 di emergenza sanitaria

    bayer_SIIA_cardiovascolare

    Il periodo di emergenza sanitaria ha cambiato le nostre abitudini, anche quelle legate alla salute e ai controlli medici in generale, riducendo l’attenzione sulla prevenzione cardiovascolare. Bayer affida l’analisi della situazione attuale al Prof. Claudio Ferri, Past President di SIIA (Società italiana Ipertensione Arteriosa), al fine di promuovere insieme una corretta informazione alla luce di questo particolare momento storico. Infatti, mai come in questo periodo ciò che serve è fugare dubbi e fornire consigli utili e concreti a coloro che soffrono di problematiche legate all’apparato respiratorio e al cuore.

    Secondo il Prof. Ferri, nel mese di marzo 2020 è stato riscontrato un netto decremento degli accessi in ospedale per patologie non correlate al COVID-19. Questo sicuramente per gli accessi di tipo ambulatoriale, ma in buona parte anche per i ricoveri ordinari: “Nel 2019 ho avuto la possibilità di fare circa 6.000 visite ambulatoriali, mentre nella Fase 1 del COVID-19, dopo cioè il decreto cosiddetto “staiacasa”, ho fatto appena 24 visite ambulatoriali – sostanzialmente consulenze urgenti, visto che gli ambulatori son stati sospesi ovunque – in 3 settimane. Simultaneamente, ho avuto un incremento molto netto dei contatti telematici: utilissimi senz’altro, ma dall‘impatto modesto rispetto al consulto de visu. So con certezza che – come è ovvio in considerazione della sospensione degli ambulatori – lo stesso è accaduto in tutta Italia, persino in regioni che non hanno patito una grave emergenza in corso di COVID-19”.

    Nella Fase 1 abbiamo messo in essere misure profilattiche rigorose, adottate sia dalla medicina di famiglia che dall’assistenza specialistica territoriale e ospedaliera. Ciò ha penalizzato il paziente COVID, tanto ricoverato quanto confinato a casa, che si è visto privato dell’affetto portato dalle visite dei familiari, ma paradossalmente soprattutto quello non-COVID-19, che ha vissuto difficoltà logistiche molto consistenti (sicuramente superiori rispetto a quelle del paziente infetto), ha evitato l’ospedale nel timore di entrare nel luogo ideale ove infettarsi e lo ha costretto a procrastinare gli indispensabili controlli.

    In accordo con ciò, studi di settore hanno evidenziato come nel marzo 2020 ci sia stata una drastica riduzione degli accessi legati a eventi coronarici acuti e delle procedure invasive a essi conseguenti.

    “Anche noi abbiamo condotto un’analisi in merito, rilevando una consistente riduzione anche degli accessi causati dagli eventi cerebrovascolari e dei ricoveri internistici globalmente intesi“ aggiunge il Prof. Ferri. “Le malattie cardiovascolari e i loro fattori di rischio, tuttavia, covano sotto la cenere: il numero di accessi in ospedale si è ridotto per tanti motivi, prima di tutto la paura dei pazienti, che hanno preferito rimanere a casa. Purtroppo, i numeri già stanno dimostrando che i pazienti non-COVID, malgrado gli immensi sforzi dei medici, hanno pagato a caro prezzo l’emergenza COVID“.

    Per questo motivo, in fase post-emergenza COVID-19 è essenziale sapere cosa fare e a chi rivolgersi in caso di necessità: andare dal medico curante e dallo specialista, in sicurezza, continuando a seguire le terapie prescritte.

    A questo proposito il Prof. Ferri fornisce alcuni preziosi consigli:

    “In qualsiasi situazione, a meno di situazione particolari e specifiche, le cure per le patologie cardiovascolari preesistenti vanno proseguite. Inoltre, bisogna sempre continuare a fare attività fisica – magari in casa – e a seguire una dieta corretta, controllando – anche facendo ricorso all’automisurazione – i fattori di rischio cardiovascolare. Se il curante è irraggiungibile fisicamente, non si deve ricorre a incongrue modificazioni terapeutiche, ma interagire telematicamente con il collega“.

    I canali dove i pazienti, i care-giver e gli utenti possono reperire informazioni e consigli a distanza esistono, basta scegliere quelli affidabili ed accreditati, come ad esempio il sito della SIIA che rappresenta uno strumento serio cui affidarsi per essere aggiornati.

    Anche Bayer ha scelto i social media come strumento per promuovere una corretta prevenzione delle malattie cardiovascolari: sulla pagina Facebook “Il Battito del cuore“ è possibile, da giugno, trovare contenuti inediti, ispirati alla forza del linguaggio universale della musica, uniti a tanti consigli per prendersi cura del proprio cuore, anche in questo periodo di lento ritorno alla norma.

    Con “Il Battito del Cuore“ Bayer conferma il proprio impegno come azienda in primo linea nella ricerca a favore della salute cardiovascolare. La campagna già da due anni vede il coinvolgimento di un grande artista e testimonial, Luca Carboni, che nel 2019 ha cantato insieme a cinque cardiologi musicisti. Qui la versione inedita di “Ci vuole un fisico bestiale”, reinterpretata da un formidabile Luca Carboni insieme alla Special Band di cardiologi.

    Bayer SIIA
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