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    Sei qui:Home»In Evidenza»Le stampanti inadeguate fanno perdere ogni anno cinque milioni di giorni di lavoro

    Le stampanti inadeguate fanno perdere ogni anno cinque milioni di giorni di lavoro

    By Redazione BitMAT12 Settembre 20244 Mins Read
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    A causa di tecnologie non idonee in ambito sanitario, la quasi totalità degli operatori a contatto con i pazienti perde tempo e chiede un cambiamento: i dati italiani a confronto con la media europea

    stampanti inadeguate-sanità-epson

    In base ai risultati di una ricerca commissionata da Epson e condotta in Europa, Medio Oriente e Africa (SCARICALA QUI), nella sola UE sarebbero quasi cinque milioni (4.970.290 per la precisione, pari a circa 16.242 anni) i giorni lavorativi persi ogni anno dagli operatori sanitari a causa di stampanti lente o non funzionanti1.

    In un momento in cui i sistemi sanitari dell’intera Unione si trovano a corto di personale2  e le liste di attesa sono sempre più lunghe3, l’indagine che ha coinvolto 3.400 operatori del settore che lavorano a contatto con i pazienti, tra cui medici e infermieri, mette in luce il legame tra tecnologia inadeguata e riduzione della produttività.

    “Molti responsabili – ha affermato Riccardo Scalambra, Corporate Sales Manager di Epson Italia – vedono le stampanti come marginali rispetto al ruolo svolto dagli operatori sanitari a contatto con i pazienti: niente di più sbagliato. La tecnologia inadeguata sta avendo ricadute sui pazienti e gli operatori sanitari chiedono un cambiamento. Per molte organizzazioni, un semplice passaggio dalle stampanti laser alle inkjet Heat-Free potrebbe essere d’aiuto. Grazie al minor numero di parti mobili e di consumabili da sostituire durante l’intera vita utile della stampante rispetto ai modelli laser, la tecnologia inkjet a freddo di Epson riduce la manutenzione4 e i tempi di inattività, migliorando la produttività e la soddisfazione di chi le utilizza.”

    A differenza delle stampanti laser, che utilizzano molto calore per fondere e fissare il toner sulla carta, la tecnologia a freddo di Epson (Heat-Free) non richiede calore in fase di espulsione dell’inchiostro5, riducendo il fabbisogno energetico.

    I principali risultati della ricerca: Italia un po’ meglio della media europea

    In Italia, ben il 92% degli operatori sanitari (93% la media europea) dichiara di perdere tempo ogni settimana a causa di stampanti lente o non funzionanti: il 28% (contro il 26%) perde fino a 30 minuti e il 13% (16%) fino a un’ora. Addirittura, il 2% (ben meno del 6% europeo) spreca fino a quattro ore alla settimana.

    Il 42% (44% la media) afferma che ciò ha un impatto negativo, causando ritardi o difficoltà nella condivisione delle informazioni, il 31% (39%) nell’aggiornamento dei dati dei pazienti e il 34% (35%) nella prenotazione degli appuntamenti. Infine, il 28% (32%) ha affermato che porta a più lamentele da parte dei pazienti. Di conseguenza, il 78% degli operatori sanitari (l’81%) afferma che si dovrebbe fare di più per garantire che non si perda tempo a causa di una tecnologia inadeguata.

    Un ulteriore 81% (contro il 79% della media della ricerca) concorda sul fatto che, nonostante il tempo sprecato a causa di stampanti non funzionanti o lente al lavoro, le azioni intraprese sono poche. Non sorprende quindi che l’81% (89%) affermi di ritenere che il proprio reparto IT dovrebbe fornire stampanti che stampano rapidamente e richiedono meno manutenzione, per ridurre i problemi creati dai tempi di fermo. In questo contesto, entrano in gioco anche le preoccupazioni ambientali: il 76% (80%) degli intervistati si dice personalmente preoccupato dall’impatto ambientale delle stampanti non sostenibili, mentre il 79% (76%) riconosce che la questione rappresenta un problema anche per la propria organizzazione.

    “È un quadro migliorabile – ha concluso Scalambra – e i responsabili del settore sanitario, in particolare quelli IT, potrebbero prestare maggiore attenzione alle esigenze degli operatori sanitari e prendere in considerazione i cambiamenti opportuni. In tal modo, promuoverebbero un miglioramento nell’operatività delle strutture, nella soddisfazione con gli operatori e nei rapporti con i pazienti.”

    Per scaricare la ricerca CLICCA QUI

    Note

    1 Secondo Eurostat, nel 2021 erano circa 3.900.000 gli infermieri e 162.000 le ostetriche in attività negli Stati membri dell’UE. Nello stesso anno, erano circa 1,82 milioni i medici in servizio in UE. Cifre che, sommate, portano a 5.882.000 il numero degli operatori sanitari a contatto con i pazienti. Se il 26% perde fino a 30 minuti a settimana, stiamo parlando di 1.529.320 persone. 30 minuti moltiplicati per 52 settimane sono 1.560 minuti o 26 ore all’anno. 26 ore all’anno moltiplicate per 1.529.320 persone significano 39.762.320 ore, o 4.970.290 giornate lavorative di otto ore, perse in un anno.

    2 Commissione europea, Put the horse before the cart: Investing in health requires investing in health workforce.

    3 OECD iLibrary, Waiting times for elective surgery.

    4 Tecnologia a freddo | Epson Italia.

    5 Microsoft Word – Energy efficiency of Heat-Free Technology_ver3_0725.docx (bigcontent.io)

    Epson
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