Raccontare come la neuroriabilitazione possa diventare sempre più capillare sul territorio, dalle grandi città ai piccoli paesini di provincia, attraverso tecnologie all’avanguardia che consentano di portare la riabilitazione intensiva anche fuori dagli ospedali, raggiungendo in modo particolare gli ambulatori locali, gli studi dei professionisti e le case dei pazienti stessi, garantendo il continuum of care. Con questo obiettivo l’azienda italiana Heaxel sarà presente al 49° Congresso Nazionale SIMFER che, organizzato dalla Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitazione, si svolgerà a Milano dal 28 al 31 ottobre e metterà al centro proprio le nuove tecnologie, dalla realtà virtuale alla robotica.
Nata nel 2018 dallo spin-off dell’Università Campus Bio-Medico di Roma ICan Robotics e il fondo Vertis SGR SpA, Heaxel ha infatti sviluppato e realizzato icone (dispositivo medico, marchio CE, registrazione FDA), il primo robot per la riabilitazione neurologica dell’arto superiore, certificato per utilizzo anche extra-ospedaliero.
Supportato da oltre 20 anni di ricerca scientifica, il robot sviluppato da Heaxel è infatti trasportabile e compatto, all-in-one e plug-and-play, ed è pensato per pazienti con danni neurologici, ovvero per persone che hanno un apparato muscolo-scheletrico funzionante tuttavia non in grado di gestire correttamente uno o più arti a causa di lesioni subite dal cervello come, ad esempio, quelle provocate da un ictus. Il sistema dunque può essere utilizzato da pazienti che presentino un deficit motorio dell’arto superiore e che siano in grado di interagire col robot mentre a video vengono illustrati i movimenti da svolgere sotto forma di esercizi interattivi (exergames, exercise + videogames).
Negli ultimi venti anni numerosi studi scientifici hanno dimostrato che la neuroriabilitazione intensiva è efficace anche dopo diversi anni dall’ictus e speciali robot medicali interattivi possono supportarla. Si tratta di sistemi tecnologicamente avanzati generalmente disponibili solo nei principali ospedali e nei centri di riabilitazione più importanti, dove l’accessibilità e la fruizione della terapia, che spesso deve essere prolungata nel tempo, non è sempre immediata e semplice. Una richiesta che si è fatta sempre più urgente soprattutto in un momento storico come quello attuale in cui, a causa delle restrizioni e dei rallentamenti dovuti alla pandemia, anche l’accesso alla riabilitazione in struttura ha presentato – e presenta tuttora – enormi difficoltà.
Con icone®, Heaxel aiuta i medici e i terapisti a rendere la neuroriabilitazione intensiva sempre più “diffusa” e capillare su tutto il territorio: uscendo dai contesti ospedalieri ed entrando negli ambulatori e negli studi, consente di superare sia i limiti geografici che quelli imposti dalla pandemia. icone® consente di implementare il paradigma Continuum of Care, in cui la terapia riabilitativa inizia negli ospedali e nelle cliniche e continua a valle delle dimissioni dall’ospedale. In questo modo consente da una parte di migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari, dall’altra permette ai terapisti di seguire più facilmente, anche a distanza grazie alla teleriabilitazione, i progressi della terapia.
icone® sarà presente al 49esimo Congresso Nazionale SIMFER presso lo stand di Heaxel (Stand 62-63. MiCo Nord – Livello +1) e sarà inoltre protagonista di due interventi in programma al Congresso che racconteranno le possibilità offerte dalla riabilitazione e dalla teleriabilitazione domiciliare tramite il robot.
“Il Congresso Nazionale SIMFER è un’occasione importante per entrare in contatto con i professionisti del settore e ragionare insieme sulle opportunità che possono derivare dal portare la neuroriabilitazione intensiva supportata da tecnologie all’avanguardia sul territorio, assicurando un accesso più ampio a questo tipo di prestazioni e raggiungendo sempre più pazienti”, sottolinea Filippo Lorenzi, CEO di Heaxel. “In questi mesi la pandemia ha messo in evidenza i limiti legati alla possibilità di recarsi in strutture dedicate alla riabilitazione: l’ingresso del robot nelle case dei pazienti, nei centri di riabilitazione, nei poliambulatori, nelle palestre di riabilitazione permette di superare, ora e in futuro, ostacoli di questo tipo e sarà utile anche a chi deve fare trattamenti minori e spesso non può essere ricoverato per mesi”.
RIABILITAZIONE ROBOTICA DOMICILIARE – Il 30 ottobre (ore 9.30 – sala 4) la Professoressa Federica Bressi (Professoressa Associata di Medicina fisica e riabilitativa, Università Campus Bio-Medico di Roma) racconterà l’esperienza nell’uso di dispositivi robotici per la riabilitazione robotica domiciliare di pazienti post-ictus, sviluppato con icone® anche grazie al supporto finanziario da parte di ARTES 4.0
Lo studio di fattibilità messo in campo dall’università Campus Bio-Medico di Roma sta coinvolgendo 10 pazienti per 10 sedute, per una durata complessiva di 5 mesi, portando per la prima volta in Italia un robot per la neuroriabilitazione direttamente nelle case dei pazienti per la riabilitazione domiciliare.
TELERIABILITAZIONE ROBOTICA DOMICILIARE – Il 30 ottobre (ore 9.50 – SALA 5 – Yellow 3A) interverrà inoltre la Dottoressa Irene Aprile (Direttrice Dipartimento di Riabilitazione Neuromotoria, IRCCS Fondazione Don Carlo Gnocchi – Onlus) che esporrà i risultati ottenuti con il progetto di tele-riabilitazione robotica domiciliare tramite icone®. Lo studio di fattibilità, co-finanziato dall’Unione Europea tramite Lazio Innova e condotto da Heaxel insieme alla Fondazione Don Gnocchi (FDG) e all’Università Campus Bio-Medico di Roma (UCBM), intende consentire ai pazienti con esiti di ictus che vivono una situazione di fragilità di ricevere terapia robotica riabilitativa direttamente presso il proprio domicilio in maniera sicura, efficace e stimolante grazie alla supervisione dei propri familiari (caregiver, in presenza), al controllo degli specialisti della riabilitazione (da remoto, grazie a device mobili) e all’ausilio dei dati raccolti in tempo reale da un set di sensori. Lo studio ha previsto il coinvolgimento di una ventina di pazienti in un periodo complessivo di 6 mesi, proprio con l’obiettivo di testare la fattibilità di un trattamento riabilitativo in setting domiciliare basato su un sistema di teleconsulto, telemonitoraggio e teleriabilitazione robotica, superando i limiti imposti dalla pandemia Covid-19.