• BitMAT
  • BitMATv
  • Top Trade
  • Linea EDP
  • Itis Magazine
  • Industry 5.0
  • Sanità Digitale
  • ReStart in Green
  • Contattaci
Close Menu
Sanità DigitaleSanità Digitale
    Facebook X (Twitter) LinkedIn Instagram Vimeo RSS
    sabato, 14 Giugno
    Trending
    • Veeva R&D and Quality Summit 2025: la voce ai protagonisti
    • MioDottore Awards 2025: ecco i 43 medici più stimati d’Italia
    • Riabilitazione visiva post-ictus: via al progetto sperimentale SCRiCaViPS
    • ab medica porta dialogo e innovazione al Convegno Nazionale AIIC
    • BIO International Convention: il biotech italiano vola a Boston
    • Prénatal e Elty, gli alleati preferiti dai neogenitori
    • Il Gruppo IEO Monzino accelera sulla ricerca con l’HPC di Lenovo
    • “Let’s keep in touch!”: ecco cosa è successo
    Facebook X (Twitter) LinkedIn Instagram Vimeo RSS
    Sanità DigitaleSanità Digitale
    • Home
    • Cura
    • Tendenze
    • Riabilitazione
    • No Limits
    • Incontri
    Sanità DigitaleSanità Digitale
    Sei qui:Home»In Evidenza»Medicina di prossimità e cura digitale: un forte “sì” dai pazienti
    Updated:3 Aprile 2025

    Medicina di prossimità e cura digitale: un forte “sì” dai pazienti

    By Redazione BitMAT3 Aprile 20256 Mins Read
    Facebook LinkedIn Twitter WhatsApp Telegram Reddit Email

    Secondo i risultati dello studio Prosafe, l’85% dei pazienti apprezza i vantaggi derivanti da medicina di prossimità e cura digitale ma temono poca assistenza e formazione

    medicina-di-prossimità

    La digitalizzazione delle cure è sicuramente un passo avanti, ma resta fondamentale il valore del rapporto diretto tra medico e paziente. Questo è uno degli aspetti principali emersi dallo studio ProSafe, che analizza il rapporto dei pazienti con la medicina di prossimità e la digitalizzazione delle cure. Il progetto, sostenuto da Roche in collaborazione con l’Università di Verona e le Associazioni di Pazienti del Patient Safety Council (AMICI – Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino; FedEmo – Federazione delle Associazioni Emofilici; La Lampada di Aladino; WALCE – Women Against Lung Cancer in Europe), si propone di esplorare le opinioni di cittadini e pazienti su tematiche cruciali legate all’evoluzione e all’implementazione dell’assistenza di prossimità e all’integrazione della cura digitale, con un focus particolare sulle nuove sfide in materia di sicurezza nella cura farmacologica.

    La diffusione delle malattie non trasmissibili (NCDs) e l’invecchiamento della popolazione richiedono nuovi modelli organizzativi in grado di garantire a livello territoriale una presa in carico della cronicità equa, personalizzata ed appropriata. Si fa quindi sempre più urgente una riorganizzazione della rete assistenziale fondata su percorsi multidisciplinari integrati di medicina di prossimità, sulla promozione dell’assistenza domiciliare, sul potenziamento delle strutture di cura intermedie e sulla digitalizzazione inclusa la telemedicina.

    In questo contesto nasce dalla collaborazione tra Industria, Università e Pazienti il progetto ProSafe, a cui hanno contribuito 417 partecipanti di cui l’81% con una patologia e, fra questi, il 45% con comorbilità e il 70% in politerapia farmacologica, situazione che espone a maggior rischio di problematiche inerenti alla sicurezza.

    Medicina di prossimità e cura digitale: i dati emersi dallo studio Prosafe

    Una prima parte del questionario sulla medicina di prossimità e sulla cura digitale, ha riguardato il rapporto tra ospedale e territorio concentrandosi sulla percezione nei confronti della rete territoriale dell’assistenza di prossimità. Questa rete è percepita dal campione come insufficiente rispetto ai bisogni, con il 56% degli intervistati che segnala difficoltà nella gestione domiciliare delle riacutizzazioni di malattia e il 42% che riferisce di aver vissuto una dimissione ospedaliera precoce. Si segnala che quasi un intervistato su tre (31%) ha dichiarato di aver incontrato ostacoli nella continuità delle cure farmacologiche dopo le dimissioni.

    Per quanto riguarda il trasferimento della somministrazione di alcuni farmaci normalmente erogati nel setting ospedaliero verso il domicilio, l’85% del campione lo considera un cambiamento utile. Tuttavia, emerge come prioritaria la necessità di garantire un adeguato supporto sia pratico che relazionale da parte degli operatori sanitari. Poco più della metà degli intervistati riconosce un vantaggio nella gestione della terapia in un ambiente familiare meno stressante, mentre oltre il 60% teme di ricevere un supporto insufficiente nel percorso di cura e manifesta preoccupazione per gli effetti collaterali dei farmaci. Il 50% dei rispondenti esprime il timore di un impatto negativo sulla relazione medico-paziente.

    Sul fronte della digitalizzazione delle cure, lo studio Prosafe che indaga sullo stato della medicina di prossimità e della cura digitale, evidenzia che nonostante quattro rispondenti su cinque dichiarino di possedere tutto il necessario per una visita in telemedicina, circa il 40% riferisce di non utilizzare quotidianamente questi strumenti e il 30% non sa come accedere al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico. Strumenti come il dossier farmacologico e la telemedicina sono percepiti positivamente dalla maggior parte del campione anche se circa il 30% degli intervistati nutre dubbi sul fatto che queste tecnologie possano realmente garantire un maggiore controllo nella gestione sicura della terapia farmacologica. Indicativo è l’esempio del monitoraggio digitale: sette persone su dieci non lo ritengono vantaggioso e più personalizzato rispetto al monitoraggio in presenza. In generale, il 20% dei rispondenti teme che l’utilizzo di strumenti digitali nell’assistenza domiciliare possa ridurre il coinvolgimento del paziente nel percorso terapeutico, il 30% ritiene che possa comprometterne l’autonomia e il 43% esprime preoccupazione per l’eccessiva responsabilità che ricadrebbe sul paziente stesso.

    Infine, sul tema della sicurezza del percorso di cura, dallo studio Prosafe emerge che l’82,1% dà piena fiducia al medico nella scelta dell’opzione terapeutica migliore e che la quasi totalità del campione vuole essere coinvolto nel processo soprattutto in merito alle informazioni sugli eventuali effetti collaterali. 

    Dichiarazioni

    “Le conoscenze emerse dal progetto ProSafe non solo sono scientificamente valide, grazie al rigoroso approccio metodologico su cui l’Università ha basato la ricerca, ma anche direttamente rilevanti e allineate alle esigenze e priorità della comunità che ha attivamente contribuito a svilupparle”, ha spiegato la professoressa Francesca Moretti, responsabile scientifico dello studio. “La sua forza sta proprio in questo: parliamo di una ricerca partecipativa in cui i pazienti stessi, tramite le loro associazioni di rappresentanza, hanno avuto un ruolo di primo piano nella costruzione del questionario, dalla scelta delle tematiche all’elaborazione delle domande, alla diffusione del questionario all’interpretazione dei risultati”.

    “Avvicinare le cure al paziente e promuovere un monitoraggio a distanza è un cambiamento positivo e necessario ma occorre rafforzare e rendere efficace la struttura della medicina di prossimità e della cura digitale che sostituisce la relazione percepita nel percorso di cura ospedaliero; questo è il risultato più evidente di ProSafe”, hanno affermato le Associazioni di Pazienti del Patient Safety Council (AMICI, FedEmo, La Lampada di Aladino, WALCE). “Il paziente vuole essere informato e coinvolto nel proprio percorso di cura e lo sviluppo di soluzioni di prossimità potrebbe essere percepito come un abbandono da parte del sistema sanitario, annullando potenzialmente i vantaggi riconosciuti, come la riduzione delle ospedalizzazioni prolungate, la relazione medico-paziente e il mantenimento dei legami sociali e dell’ambiente di vita abituale. La comunità dei pazienti vuole superare la “cultura ospedalocentrica” ma, rispetto alla popolazione sana, in questo cambio di paradigma è portatrice di bisogni specifici a cui bisogna andare incontro nella costruzione di una rete di presa in carico che veda il paziente come uno degli attori chiave del percorso di cura.”

    “I vantaggi della transizione del Sistema verso la medicina di prossimità e l’assistenza digitalizzata sono stati generalmente compresi e sostenuti dai pazienti”, hanno commentato Luisa De Stefano, Patient Partnership Leader e Andrea Ilaria Zotti, Patient Safety Leader di Roche Italia. “Ciò che è importante sottolineare, però, è che emergono due bisogni fondamentali: un maggiore grado di informazione e formazione sull’utilizzo degli strumenti digitali e la rassicurazione che la medicina di prossimità si traduca in un’evoluzione positiva del contesto di cura per rispondere a tutti i bisogni dei pazienti, compresa la gestione della terapia dal punto di vista della sicurezza. Sono fronti sui quali continueremo a lavorare per facilitare il ruolo attivo e il dialogo tra tutti gli stakeholder, con un’attenzione alla gestione in sicurezza della terapia”.

    cura digitale digitalizzazione sanità Prosafe Telemedicina
    Share. Facebook LinkedIn Twitter WhatsApp Telegram Reddit Email

    Correlati

    Veeva R&D and Quality Summit 2025: la voce ai protagonisti

    13 Giugno 2025

    MioDottore Awards 2025: ecco i 43 medici più stimati d’Italia

    13 Giugno 2025

    BIO International Convention: il biotech italiano vola a Boston

    12 Giugno 2025
    Newsletter

    Iscriviti alla Newsletter per ricevere gli aggiornamenti dai portali di BitMAT Edizioni.

    BitMATv – I video di BitMAT
    Legrand Data Center al Data Center Nation per parlare del data center del futuro!
    Snom: focus su tecnologia e partner
    Cumulabilità Transizione 5.0 e ZES: i vantaggi del Litio
    Transizione 5.0: vuoi il 45% sui software?
    Stormshield: Zero Trust pilastro della security aziendale
    Più Letti

    Veeva R&D and Quality Summit 2025: la voce ai protagonisti

    13 Giugno 2025

    MioDottore Awards 2025: ecco i 43 medici più stimati d’Italia

    13 Giugno 2025

    Riabilitazione visiva post-ictus: via al progetto sperimentale SCRiCaViPS

    13 Giugno 2025

    ab medica porta dialogo e innovazione al Convegno Nazionale AIIC

    12 Giugno 2025
    Chi Siamo
    Chi Siamo

    BitMAT Edizioni è una casa editrice che ha sede a Milano con una copertura a 360° per quanto riguarda la comunicazione online ed offline rivolta agli specialisti dell'lnformation & Communication Technology.

    Facebook X (Twitter) Instagram Vimeo LinkedIn RSS
    NAVIGAZIONE
    • Cura
    • Tendenze
    • Riabilitazione
    • No Limits
    • Incontri
    Ultime

    Veeva R&D and Quality Summit 2025: la voce ai protagonisti

    13 Giugno 2025

    MioDottore Awards 2025: ecco i 43 medici più stimati d’Italia

    13 Giugno 2025

    Riabilitazione visiva post-ictus: via al progetto sperimentale SCRiCaViPS

    13 Giugno 2025
    • Contattaci
    • Cookies Policy
    • Privacy Policy
    • Redazione
    © 2012 - 2025 BitMAT Edizioni - P.Iva 09091900960 - tutti i diritti riservati Iscrizione al tribunale di Milano n° 295 del 28-11-2018 Testata giornalistica iscritta al ROC

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.