C’era una volta dott. Google… Potrebbe iniziare così il racconto che illustra la trasformazione del ruolo del Medico di Medicina Generale. Una figura fondamentale anche per la capacità di capire i pazienti, riconoscere i sintomi delle malattie ed indirizzarli verso i singoli specialisti. Un ruolo che, nel tempo, è stato messo in crisi dalla possibilità, anche per pazienti privi di qualsiasi competenza medica, di reperire informazioni attraverso le piattaforme di ricerca o, peggio, attraverso i social. Situazioni che, se da un lato possono sensibilizzare le persone nel riconoscere specifici sintomi, dall’atro espongono al rischio di illusioni o gravi errori di valutazione.
Un difficile equilibrio, tra chi si è laureato in medicina e chi si informa in Rete, nel quale irrompe oggi l’Intelligenza Artificiale, con tutte le sue implicazioni.
Ma cosa ne pensano i Medici di Medicina Generale e come sta cambiando la loro professione? A queste e ad altre domande risponde il White Paper gratuito “L’Intelligenza Artificiale è il futuro della sanità? Cosa pensano i MMG”. Un documento di approfondimento frutto di un’analisi condotta tra 1.000 Medici di Medicina Generale e tesa ad individuare quanto davvero conoscono i vantaggi (ed anche i rischi) dell’IA. L’interessante ricerca, promossa da miodottore.it, mostra che solo un quarto di questi professionisti utilizza strumenti basati sull’intelligenza artificiale. Un ritardo solo apparente, in quanto, è crescente l’attenzione alle nuove opportunità offerte alla professione.
Un esempio concreto è Noa Notes, un assistente virtuale che affianca il medico durante la visita, trascrivendo e organizzando automaticamente le informazioni cliniche, migliorando l’efficienza e la qualità del rapporto medico-paziente.
Come cambia la professione del Medico di Medicina Generale?
Il 76% dei MMG, si legge nel White Paper, prevede che l’AI trasformerà radicalmente la professione nei prossimi cinque anni, mentre il 19% si aspetta cambiamenti più graduali. Solo il 5% ritiene che l’AI non avrà impatti significativi.
Tuttavia, l’integrazione dell’AI solleva anche questioni etiche e giuridiche: dalla tutela della privacy alla responsabilità professionale, fino alla necessità di aggiornamento continuo delle competenze.
Il futuro della medicina generale sarà sempre più digitale. I MMG italiani, come emerge dal documento, si dimostrano pronti ad accogliere l’innovazione, a patto che essa non comprometta il tempo dedicato alla cura e all’ascolto del paziente. L’AI, se ben integrata, può quindi diventare un alleato prezioso per restituire centralità alla relazione medico-paziente e migliorare l’efficacia delle cure.
Ma i medici sottolineano soprattutto la necessità di non sacrificare sull’altare della burocrazia e dei compiti amministrativi il tempo di cura, l’empatia con il paziente, la possibilità di avere sempre un quadro preciso dello stato clinico, fisico e mentale della persona che si è rivolta a loro.
E proprio questo è uno dei tanti aspetti approfonditi dal White Paper “L’Intelligenza Artificiale è il futuro della sanità? Cosa pensano i MMG”, SCARICABILE GRATUITAMENTE A QUESTO LINK