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    Sei qui:Home»In Evidenza»La digitalizzazione mette a rischio la salute degli occhi

    La digitalizzazione mette a rischio la salute degli occhi

    By Redazione BitMAT19 Luglio 20193 Mins Read
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    La nostra vista, in un mondo sempre più digitale, è al sicuro?

    Occhi arrossati

    La rivoluzione tecnologica ha cambiato drasticamente stili di vita e abitudini visive.
    Ogni giorno i nostri occhi rispondono a migliaia di stimoli digitali. Secondo una ricerca condotta da Captain Cook Reaserch per conto di Hoya, azienda giapponese attiva nel settore delle lenti da vista, ogni giorno tra utilizzo di smartphone, computer, tablet, tv e altri dispositivi, la maggior parte delle persone trascorre in media 8-10 ore (con picchi fino a 15 ore) guardando schermi a distanza ravvicinata (il 33% da 3 a 5 ore, il 32% da 6 a 9 ore e il 28% oltre le 10 ore).

    La prolungata esposizione agli schermi digitali è accentuata dalla pratica sempre più diffusa di utilizzare contemporaneamente più dispositivi: smartphone e portatile (64%), smartphone e pc (56%), smartphone e tablet (50%)2).
    Una consuetudine che, tra continue messe a fuoco e cambi di intensità della luce, richiede costanti e rapidi adattamenti visivi, causando il cosiddetto “stress accomodativo”.

    L’utilizzo di tali dispositivi, comporta la fruizione ad una distanza di visione ravvicinata (mediamente tra i 20 e i 40 cm) e la concentrazione su immagini e testi in movimento e di ridotte dimensioni: uno sforzo visivo che attiva continuamente il sistema accomodativo dei nostri occhi, con una incessante richiesta di rimbalzo della messa a fuoco.

    Infatti, nell’arco di un’ora una persona adulta impegnata nell’utilizzo di dispositivi digitali cambia il punto di messa a fuoco in media 333 volte (con un picco di 745 volte per alcuni soggetti) e – in media – nessuna singola messa a fuoco dura più di 6 minuti su uno stesso monitor (tv esclusa).

    Come reagiscono i nostri occhi ai continui stimoli digitali?

    I 5 sintomi più frequenti dell’eccessivo utilizzo di tecnologia

    Le implicazioni di questi comportamenti visivi, in crescita esponenziale nel corso degli ultimi dieci anni, si manifestano con sintomi diversi, tra i quali questi cinque sono i più frequenti:

    – irritazione degli occhi per la visione prolungata di schermi retroilluminati

    – secchezza oculare causata dalla scarsa lubrificazione dovuta al ridotto ammiccamento

    – visione offuscata a intermittenza dovuta all’eccessiva luminosità dei supporti

    – mal di testa per stanchezza anche dopo sole due ore di utilizzo

    – dolori posturali in più parti del corpo

    Infine, a generare ulteriore attenzione circa la necessità di proteggere in modo efficace i nostri occhi dalla “visione multi-device” è l’allarme diffuso che stima che nei prossimi 50 anni la digitalizzazione contribuirà sensibilmente ad un aumento generalizzato della miopia nella popolazione mondiale. Infatti, l’insorgenza e sviluppo di tale disturbo visivo è multifattoriale: dipende non soltanto da fattori genetici, ma anche da altre possibili cause, tra cui si annovera anche l’intensiva visione a distanze ravvicinate.

     

     

    digitalizzazione salute occhi tecnologia
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