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    Attacco informatico: le organizzazioni sanitarie vittime registrano un incremento nel tasso di mortalità

    By Redazione BitMAT19 Settembre 20224 Mins Read
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    Oltre il 20% delle organizzazioni colpite da un attacco informatico ha visto il tasso di mortalità crescere. Il costo medio totale del cyberattacco più dannoso subito è stato di 4,4 milioni di dollari, di cui 1,1 milioni di dollari in perdite di produttività

    attacco informatico
    Foto di Gerd Altmann da Pixabay

    Proofpoint, azienda attiva nel settore della cybersecurity e della compliance, e Ponemon Institute, una delle principali organizzazioni di ricerca sulla sicurezza informatica, hanno pubblicato i risultati di un nuovo studio sulla cybersecurity nel settore sanitario. Il report, “Cyber Insecurity in Healthcare: The Cost and Impact on Patient Safety and Care”, evidenzia come l’89% delle organizzazioni intervistate abbia subito una media di 43 attacchi negli ultimi 12 mesi, quasi uno a settimana. Oltre il 20% ha subito i quattro tipi di attacchi più comuni – compromissione del cloud, ransomware, supply chain e compromissione delle e-mail aziendali (BEC)/spoofing phishing – e ha registrato in parallelo un aumento dei tassi di mortalità dei propri pazienti.

    Lo studio, che ha coinvolto 641 professionisti dell’IT e della sicurezza sanitaria, indica tra le conseguenze più comuni degli attacchi i ritardi nelle procedure e negli esami, che si traducono in prestazioni scadenti per i pazienti per il 57% degli operatori sanitari, e in un aumento delle complicazioni delle procedure mediche per quasi la metà di essi. La tipologia di attacco che impatta maggiormente sull’assistenza ai pazienti è il ransomware, che determina pesanti ritardi nelle prestazioni o nei test per il 64% delle organizzazioni e una degenza più lunga dei pazienti per il 59%.

    “Gli attacchi che abbiamo analizzato mettono a dura prova le risorse delle organizzazioni sanitarie. Il risultato non è solo un’enorme perdita economica, ma anche un impatto diretto sull’assistenza ai pazienti, che mette in pericolo la loro sicurezza e salute”, spiega Larry Ponemon, presidente e fondatore di Ponemon Institute. “La maggior parte dei professionisti dell’IT e della sicurezza considera le proprie organizzazioni vulnerabili a questi attacchi e due terzi ritengono che tecnologie come cloud, mobile, big data e Internet of Things aumentino ulteriormente i rischi per i dati e la sicurezza dei pazienti”.

    Altri risultati chiave del report:

    · L’insicurezza dell’Internet of Medical Things (IoMT) è una delle principali preoccupazioni. Le organizzazioni sanitarie hanno in media più di 26.000 dispositivi connessi alla rete. Sebbene il 64% degli intervistati sia preoccupato per la sicurezza di questi dispositivi, solo il 51% li include nella propria strategia di cybersecurity.

    · Le organizzazioni sanitarie si sentono allo stesso tempo più vulnerabili e più preparate alla compromissione del cloud. Il 75% degli intervistati dichiara che le proprie organizzazioni sono vulnerabili a una compromissione del cloud e il 54% afferma di averne subita almeno una negli ultimi due anni. Inoltre, sono state compromesse in media 22 volte negli ultimi due anni. Tuttavia, oltre a essere più vulnerabili, sono anche le più preparate ad affrontare queste violazioni, con il 63% che ha deciso di adottare misure per essere pronti e rispondere ai cyberattacchi.

    · Il ransomware è la seconda vulnerabilità in ordine di importanza. Il 72% degli intervistati ritiene che le proprie organizzazioni siano vulnerabili a un attacco ransomware e il 60% sostiene che sia la tipologia di attacco che desta maggiori preoccupazioni. Per ovviare a questa fragilità, nel corso degli ultimi anni, il 62% ha adottato misure per prevenire e rispondere ai ransomware.

    · La scarsa preparazione mette a rischio i pazienti. Sebbene il 71% dei partecipanti ritenga di essere vulnerabile agli attacchi alla supply chain e il 64% pensi lo stesso di BEC e spoofing phishing, solo il 44% e il 48% hanno rispettivamente una risposta documentata contro questi attacchi.

    · I cyberattacchi provocano costi enormi. Il singolo cyberattacco più dannoso è costato in media 4,4 milioni di dollari negli ultimi 12 mesi, con una perdita di produttività di circa 1,1 milioni di dollari.

    · I programmi di formazione e sensibilizzazione, insieme al monitoraggio dei dipendenti, rappresentano le principali difese. Le organizzazioni riconoscono il rischio significativo che deriva dalla presenza di dipendenti disattenti o negligenti. Il 59% affronta il problema della mancanza di consapevolezza dei dipendenti, il 63% conduce programmi regolari di formazione e sensibilizzazione e il 59% monitora le loro azioni.

    · La mancanza di fondi e risorse continua a rappresentare un problema. Il 53% dei partecipanti dichiara che la mancanza di competenze interne è una sfida molto complicata da affrontare e il 46% afferma di non avere personale sufficiente. Entrambe le carenze influiscono negativamente sulla sicurezza informatica complessiva.

    “L’assistenza sanitaria è rimasta indietro rispetto ad altri settori nell’affrontare il crescente numero di attacchi informatici, e questa immobilità impatta negativamente sulla sicurezza e sul benessere dei pazienti”, commenta Ryan Witt, healthcare cybersecurity leader di Proofpoint. “Finché la sicurezza informatica rimarrà una priorità di basso livello, gli operatori sanitari continueranno a mettere in pericolo i loro pazienti. Per evitare conseguenze drammatiche, le organizzazioni sanitarie devono comprendere come la cybersecurity influisca sull’assistenza ai pazienti e mettere in atto i passi necessari per proteggere al meglio le persone e i loro dati”.

    Proofpoint
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