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    Sei qui:Home»Tendenze»PatchAi si rafforza come player su scala internazionale

    PatchAi si rafforza come player su scala internazionale

    By Redazione BitMAT12 Gennaio 20214 Mins Read
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    PatchAi chiude un round da 1,7 milioni di euro per scalare a livello internazionale e supportare la ricerca clinica

    PatchAi, la startup italiana di digital health che si propone di migliorare la ricerca clinica grazie al focus sull’engagement del paziente, chiude un round da 1,7 milioni di euro suddiviso in due tranche guidate rispettivamente da UV Cap e SFEM Italia, con il follow-on di Healthware Ventures.

    Il round porta la startup di Padova, accelerata in Silicon Valley da Plug and Play, a 3 round chiusi, per un totale di 2,56 milioni di euro raccolti in soli 2 anni dalla sua costituzione. Un risultato degno di nota se si considera che in Italia, secondo un recente report di Dealroom solo altre quattro startup italiane attive nel settore health tech hanno raccolto investimenti complessivi per 5,2 milioni di euro.

    Verso nuove aree terapeutiche con respiro internazionale

    I capitali raccolti consentiranno a PatchAi di espandere il proprio business ad altre aree terapeutiche e scalare a livello internazionale.

    La soluzione PatchAi, entrata sul mercato a fine 2019, ha fatto grandi passi avanti nel 2020 anche in seguito ai bisogni emergenti legati alla pandemia Covid-19. PatchAi è ora disponibile non solo per la digitalizzazione di studi clinici ma anche per la pratica clinica standard grazie all’offerta di Patient Support Programs (PSPs).

    PatchAi ha sviluppato un assistente virtuale empatico che utilizza l’intelligenza artificiale per personalizzare il dialogo con il paziente e raccogliere Conversational Patient Reported Outcomes (Co-PRO). Adottando un approccio patient-oriented, PatchAi è in grado di migliorare l’autogestione alla salute degli utenti, l’aderenza al protocollo e alla terapia mentre supporta le equipe di professionisti sanitari grazie alla disponibilità di dati in real-time. I dati preliminari sui pazienti che utilizzano PatchAi mostrano un’aderenza al protocollo fino al 95%, significativamente superiore rispetto agli altri applicativi presenti oggi sul mercato e fino a 9 volte superiore rispetto alle soluzioni cartacee.

    Il percorso è iniziato tra le corsie degli ospedali dove i quattro founder lavoravano nella ricerca clinica e nell’assistenza sanitaria con ruoli diversi, sperimentando in prima persona i bisogni dei pazienti e dei professionisti della salute.

    Come sottolineato in una nota ufficiale da Alessandro Monterosso, CEO e Co-Fondatore, PatchAi: «Quest’anno siamo cresciuti a tripla cifra; ora il team è composto da 25 “superstar”. Abbiamo in programma di crescere con la stessa velocità anche nel 2021. Questo successo non sarebbe stato possibile senza il sostegno concreto del Team, che si impegna quotidianamente a trasformare la nostra visione in realtà. Vogliamo che tutti si sentano protagonisti attivi, direttamente coinvolti e cooperativamente responsabili del nostro percorso di crescita. Un grazie, poi, va rivolto ai nostri clienti che ci hanno dato fiducia e permesso di mostrare il valore di PatchAi, a partner, consulenti e investitori che hanno contribuito concretamente al raggiungimento delle nostre tappe fondamentali. I traguardi del 2020 sono solo un punto di partenza per le prossime sfide. I risultati dell’anno appena iniziato saranno cruciali per dimostrare ulteriormente il valore aggiunto e l’efficacia della nostra soluzione».

    Per Marco Stevanato, Amministratore Delegato di SFEM Italia: «Siamo investitori attivi nel settore Life Science sia nella forma di Equity, Venture ed Immobiliare. Siamo felici di avere identificato un’iniziativa interessante lanciata nel nostro territorio e abbiamo deciso di investire convinti sia dal modello di business che PatchAi sta proponendo sia dall’entusiasmo e dalle competenze del team».

    Infine, secondo Nicholas Vetter, Investment Manager di UV Cap: «UV Cap ha creduto ed è stato coinvolto nel progetto PatchAi fin dall’inizio. La motivazione di allora è la stessa di oggi, ovvero esser parte attiva nel finanziare e partecipare alla definizione del panorama della sanità digitale in Europa. Siamo stati e siamo tuttora molto impressionati dal team, dal prodotto e dai benefici per i pazienti che il progetto PatchAi ha dimostrato finora».

     

    Digital Health PatchAI
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