Ogni volta che si parla di gioco online la storia è sempre la stessa: la tecnologia è il nemico, internet rende tutto più pericoloso, le piattaforme digitali sono progettate per rubare soldi. Ma se per una volta si provasse a guardare dall’altra parte? Perché c’è un lato della questione di cui si parla poco, molto poco.
L’ironia delle nuove regole
Prendiamo le ultime normative italiane. I ragazzi tra 18 e 24 anni possono spendere massimo 50 euro al giorno e giocare solo 2 ore sui siti legali. Sulla carta sembra una cosa sensata. Nella pratica? Mah. Il ventenne che non può più giocare online dopo due ore può tranquillamente andare su un sito illegale senza controlli, oppure entrare nell’agenzia sotto casa e scommettere con i contanti quanto vuole e per tutto il tempo che vuole. Dove sono finiti i controlli in questi casi? Spariti nel nulla.
Gli strumenti che esistono (ma non se ne parla)
La verità è che le piattaforme online legali negli anni hanno messo in piedi una serie di strumenti che il mondo fisico semplicemente non può offrire. L’auto-esclusione, per esempio, un giocatore può bloccarsi da solo da tutte le piattaforme autorizzate in Italia per periodi che vanno da 30 giorni fino a tempo indeterminato. Basta una richiesta sul portale ADM e sei fuori da tutti i concessionari nazionali.
Nel mondo fisico cosa ti impedisce di entrare in un’altra sala scommesse? Praticamente niente.
Il controllo digitale: più preciso di quanto si pensi
Le piattaforme online sanno tutto di te. Quanto tempo stai collegato, quanto depositi, quanto perdi, quando giochi. Tutti questi dati permettono di creare sistemi di allerta automatici che possono segnalare comportamenti strani.
Un algoritmo può capire se hai iniziato a giocare di più, se hai cambiato orari, se hai aumentato i depositi. Informazioni che permettono interventi tempestivi, cosa impossibile quando tutto avviene in contanti e spesso senza registrazione.
I limiti di deposito: una realtà poco conosciuta
Molti non lo sanno, ma sulle piattaforme legali si possono impostare limiti di deposito giornalieri, settimanali o mensili. Una volta impostati, non si possono modificare subito – servono tempi di attesa che vanno dalle 24 ore fino a una settimana. Questo impedisce decisioni impulsive nei momenti peggiori.
È un meccanismo che funziona proprio quando la razionalità se ne va e l’impulso prende il sopravvento.
Ecco, quindi, che si arriva al paradosso: mentre tutti parlano dei rischi del gioco online, le piattaforme digitali legali sono quelle che offrono livelli di trasparenza e controllo che il gioco fisico o illegale non può nemmeno immaginare. Ogni euro è tracciato, ogni sessione registrata, ogni comportamento monitorabile.
L’efficacia relativa
Questo non significa che questi strumenti siano la soluzione magica alla ludopatia. La dipendenza dal gioco è una cosa complicata che va ben oltre la tecnologia. Però ignorare completamente l’aspetto protettivo che la digitalizzazione può offrire significa perdere un pezzo importante del puzzle.
La tecnologia, quando è ben regolamentata, può essere un alleato nella prevenzione. Il problema vero nasce quando le normative troppo restrittive spingono i giocatori verso canali illegali, dove ogni forma di controllo e protezione sparisce completamente.
Forse è il momento di guardare la tecnologia non solo come un rischio, ma anche come una possibile risorsa nella lotta contro la ludopatia. Non la panacea, ma nemmeno il diavolo.