L’Associazione Paolo Zorzi per le Neuroscienze Onlus, Associazione nata con l’obiettivo di promuovere studi mirati all’integrazione tra ricerca neurobiologica e attività neurologica clinica, ha inaugurato, presso l’Unità di Neuropsichiatria e riabilitazione dell’età evolutiva dell’IRCCS Santa Maria Nascente – Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano, diretta dalla Dott.ssa Anna Cavallini, un locale tecnologicamente assistito per le osservazioni, valutazioni e trattamenti dei bambini con Disturbo dello Spettro dell’Autismo.
In numeri dell’autismo e il funzionamento della nuova area dedicata
In Lombardia, come nel Paese, si registrano sempre più casi di autismo. Nella regione si parla di 134 nuovi casi al mese e se ne contano 1.600 all’anno. Secondo il Ministero della Salute, in Italia, ha una diagnosi di ASD un bambino su 77 (età 7-9 anni) con una prevalenza maggiore nei maschi, che sono 4,4 volte in più rispetto alle femmine. Non si conoscono le cause ma ora, a Milano, nell’Istituto di via Capecelatro 66, grazie a tecnologie e strumenti innovativi, sarà possibile acquisire nuove conoscenze.
Grazie alla presenza di telecamere, sensori di movimento, microfoni si potranno acquisire nuove informazioni utili per meglio comprendere le caratteristiche di funzionamento dei bambini con ASD senza interferire nell’attività ludica del soggetto e con il lavoro clinico-riabilitativo, questi dati saranno molto utili in ambito clinico diagnostico, nella impostazione del trattamento riabilitativo e nella ricerca scientifica.
Inoltre utilizzando uno specchio unidirezionale si potrà lavorare anche con i genitori per aiutarli a comprendere i momenti della seduta e i comportamenti del figlio o figlia.
Alla inaugurazione hanno presenziato, tra gli altri: Enio Fontana, Presidente Associazione Paolo Zorzi; Francesco Converti, Direttore generale Fondazione Don Gnocchi; Dott.ssa Anna Cavallini, Direttore Dipartimento Neuropsichiatria Infantile Fondazione Don Gnocchi.
I progetti dell’Associazione Paolo Zorzi presso la Fondazione Don Gnocchi
Attualmente all’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile della Fondazione Don Gnocchi, l’Associazione Paolo Zorzi sostiene già due progetti di ricerca, in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Università di Torino. Il primo “ERISIBS“(Early Recognition and Intervention in Siblings at High-risk for Neurodevelopmental Disorder) è volto alla presa in carico precoce di bambini di pochi mesi, fratellini o sorelline di bambini con autismo; il secondo, “RISCALE” (Interactive Mirroring Games with Social Robot – IOGIOCO- and Robotic System Adapted Into a Clinical Scale) è finalizzato a promuovere l’acquisizione di gesti a scopo comunicativo nei bambini autistici sotto i 6 anni coinvolgendo nella seduta riabilitativa il robottino umanoide NAO.
Nel reparto sono in carico riabilitativo ambulatoriale più di un centinaio di bambini con diagnosi di ASD ed è attiva una équipe multidisciplinare – formata da medici neuropsichiatri, psicologi, psicomotricisti, logopedisti, fisioterapisti, educatori – dedicata alla diagnosi precoce e alla presa in carico tempestiva del bambino piccolo con ASD.
Dichiarazioni
Dichiara la dott.ssa Anna Cavallini: “Siamo grati all’Associazione Paolo Zorzi per le Neuroscienze Onlus, che ha sostenuto questo progetto anche finanziando una borsa di studio annuale per una ricercatrice di UNIMIB. La stanza tecnologicamente assistita, rappresenta uno spazio bello, luminoso, colorato, pensato per l’uso dei materiali al gioco del bambino piccolo. Il locale, che nasce con una finalità prettamente di ricerca, verrà utilizzato anche in ambito clinico diagnostico e riabilitativo ottimizzandone al massimo le potenzialità”.
“Epilessia, tumori cerebrali, malattie neurodegenerative, disordini del movimento in età adulta ed infantile. Sono tutte patologie a forte impatto sociale che, per via diretta o indiretta, riguardano tutti”, spiega il presidente Enio Fontana. “Noi intendiamo dare il nostro contributo attraverso la raccolta di fondi e il finanziamento degli enti e delle fondazioni quotidianamente volte allo studio di queste patologie. Così come, sempre attraverso enti riconosciuti, appoggiamo ricerche nell’ambito di altre discipline che, valutate rigorosamente dal Consiglio Direttivo, risultino necessarie e utili per il raggiungimento delle finalità specifiche della nostra Associazione”.