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    Medicina: tecnologia, umanesimo e nuove frontiere

    By Redazione BitMAT28 Maggio 20254 Mins Read
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    Ne abbiamo parlato con il professor Marco Spadafora, esperto in Medicina Nucleare e Innovazione Clinica

    cyber-sanità digitale-medicina
    Foto di Pete Linforth da Pixabay

    La medicina del futuro è già realtà: personalizzata, di precisione, orientata al benessere del singolo individuo e della collettività. Al centro di questa rivoluzione si colloca l’integrazione tra scienza, umanesimo e tecnologia, temi del convegno La Medicina Nucleare a Medicina Futura, che si terrà sabato 31 maggio nella Biblioteca della Diocesi di Acerra, in provincia di Napoli, e che è organizzato da Medicina Futura. Non si tratta solo di strumenti innovativi, ma di una nuova visione globale della cura, che coniuga dati biologici, imaging morfo-funzionale, contesto umano e intelligenza artificiale.

    Ne abbiamo parlato con il professor Marco Spadafora, esperto in Medicina Nucleare e Innovazione Clinica.

    Professore, oggi si parla sempre più di medicina personalizzata e di precisione. Ma cosa significa realmente “personalizzare” la cura, e in che modo questo approccio si collega al benessere dell’individuo?

    “La medicina personalizzata non è solo un progresso tecnologico, ma un cambiamento culturale profondo. Significa uscire dallo schema del “paziente tipo” e cominciare a vedere ogni individuo nella sua unicità biologica, ambientale, culturale. Significa riconoscere che la vera salute nasce dalla capacità di adattare le decisioni cliniche al singolo individuo, non alla media. In questa prospettiva, la tecnologia diventa uno strumento potente, ma deve restare al servizio della persona, non il contrario. La centralità dell’individuo è il cuore di un approccio che mette insieme scienza, etica, arte della cura e visione umanistica”.

    E in questo scenario qual è il ruolo dell’intelligenza artificiale?

    “L’intelligenza artificiale, se usata con intelligenza umana, che possiede coscienza ed etica che manca all’IA, può amplificare enormemente la nostra capacità di comprendere il paziente. Ha la capacità di raccogliere e analizzare migliaia di dati del singolo individuo come fattori di rischio, storia familiare, esami eseguiti, patologie concomitanti, fino alla genomica (big data) e utilizzarli per percorsi di prevenzione, diagnosi e cura. Non parliamo solo di elaborazione dati, ma della possibilità di leggere pattern clinici complessi, esami di imaging, grazie alla radiomica, prevedere esiti, ottimizzare diagnosi e trattamenti, valutare le possibilità di risposta alla terapia. Ma ciò che è davvero rivoluzionario è che l’IA può contribuire a ricostruire una “visione globale” del paziente: un’integrazione tra dati biologici, imaging, storia clinica e contesto personale. In questo senso, la tecnologia diventa parte di un nuovo umanesimo medico, dove cultura, etica e scienza dialogano per un fine comune: il benessere della persona e della collettività”.

    Come si realizza concretamente questa “visione globale” nella pratica clinica?

    “La risposta sta nell’integrazione tra differenti discipline e linguaggi: quello morfologico e quello funzionale, quello molecolare e quello radiologico. Le tecnologie di imaging avanzato – e in particolare la medicina nucleare – ci permettono di osservare non solo la struttura degli organi, ma il loro comportamento biologico in tempo reale. Questo significa che oggi non vediamo solo “dove” è la malattia, ma “come” si muove, si esprime, evolve. La medicina di precisione, così, si fonda su una sintesi affascinante tra struttura e funzione, tra anatomia e biologia individuale”.

    Qual è quindi il contributo specifico della medicina nucleare nel contesto della medicina molecolare e di precisione?

    “La medicina nucleare è una delle colonne portanti di questo paradigma. Grazie a traccianti specifici e tecnologie ibride come la PET/CT possiamo diagnosticare precocemente patologie oncologiche, neurologiche e cardiovascolari, monitorare la risposta alle terapie e – oggi sempre più – intervenire anche a fini terapeutici con la terapia con radio-ligandi. In oncologia, ad esempio, possiamo selezionare trattamenti mirati sulla base dell’espressività molecolare del tumore. Si può applicare questo percorso di precisione al trattamento medico nucleare in importanti patologie come i tumori della prostata, neuroendocrini, e, in un futuro prossimo, della mammella, del polmone, del pancreas, di malattie ematologiche. È qui che la medicina nucleare non solo accompagna, ma spesso guida il percorso di cura personalizzato, offrendo uno strumento che unisce rigore scientifico e profonda attenzione alla singolarità del paziente”.

    Qual è il ruolo di Medicina Futura nel promuovere l’innovazione tecnologica e quali sono i vantaggi concreti per i pazienti con l’introduzione del nuovo tomografo digitale PET/TAC?

    “Medicina Futura conferma il suo impegno nell’innovazione tecnologica e nella personalizzazione della cura con l’acquisizione del nuovo tomografo digitale PET/TAC uMI Vista, tra le soluzioni più avanzate oggi disponibili. Questo sistema consente diagnosi più precoci e accurate grazie alla migliore risoluzione spaziale disponibile oggi sul mercato. Il risultato è una drastica riduzione dell’esposizione alle radiazioni, maggiore comfort per il paziente, esami più rapidi, quindi vantaggi in particolare per i soggetti più fragili, donne in età fertile giovani. È possibile inoltre realizzare, grazie all’utilizzo dello stesso tipo di lettino in uso in Radioterapia, una straordinaria precisione nella definizione dei volumi per i piani di trattamento. È stato un investimento importante che riflette la missione di Medicina Futura: portare l’eccellenza tecnologica al servizio del benessere”.

    Marco Spadafora medicina Medicina Futura
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