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    Updated:3 Luglio 2025

    Malattie reumatiche: verso una diagnosi precoce con imaging e AI

    By Redazione BitMAT3 Luglio 20256 Mins Read
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    Scoprire i segni iniziali e predittivi delle patologie reumatiche per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Questo il tema cardine dell’Academy Diagnostic 2.0

    malattie-reumatiche

    Si è tenuta a Roma la seconda edizione dell’Academy Diagnostic 2.0, per formare i reumatologi sull’utilizzo e la lettura della risonanza magnetica, indispensabile a scopo diagnostico e predittivo delle malattie reumatiche. Al centro dei lavori, il Patient Journey e la collaborazione tra reumatologo e radiologo. In questo articolo condividiamo i momenti e gli interventi principali dell’evento.

    Buona lettura!

    Malattie reumatiche: l’imaging anticipa la diagnosi anche di oltre 10 anni e può predire le complicanze extra articolari, ma è ancora sotto-utilizzato

    Per le malattie reumatiche, la principale sfida per il reumatologo è riconoscere e interpretare correttamente e in tempi brevi i segni iniziali della malattia, ma anche quei fattori predittivi di evoluzione della patologia, non ancora clinicamente manifesti, che consentono di impostare una terapia mirata in fase precoce, che può salvare il paziente da danni irreversibili alle articolazioni e ad altri organi.

    Grazie all’imaging, oggi sempre più integrato a strumenti di Intelligenza Artificiale, è possibile riconoscere prima i segnali delle malattie reumatiche e intervenire in modo più efficace. Nelle persone affette da spondiloartriti, per esempio, la risonanza magnetica consente di ridurre i tempi di diagnosi da 7-14 anni a 3-4 mesi. Inoltre, l’elevata sensibilità, specificità e accuratezza della metodica si rivelano cruciali a scopo predittivo: 1 paziente su 4 con artrite reumatoide mostra, già in fase preclinica, un coinvolgimento dell’articolazione a livello del rachide cervicale che può evolvere in una patologia midollare potenzialmente grave, sulla quale è invece possibile intervenire precocemente, se individuata in stadio iniziale tramite imaging.

    Eppure, a fronte degli evidenti benefici per la salute e per la stessa sopravvivenza dei pazienti, e nonostante le indicazioni delle Linee guida europee ASAS-EULAR, la metodica è ancora sotto-utilizzata.

    L’importanza dell’Imaging nel trattamento delle malattie reumatiche

    Ad accendere i riflettori sui bisogni dei pazienti lungo il Patient Journey e sul ruolo cruciale dell’imaging per la corretta diagnosi e presa in carico dei pazienti reumatologici – oltre 5 milioni di persone in Italia – è la II edizione della Diagnostic Academy 2.0., l’innovativo progetto di formazione rivolto ai reumatologi italiani, in corso oggi e domani a Roma. Obiettivo dell’Academy è fare cultura sul valore diagnostico e predittivo della risonanza magnetica in Reumatologia, attraverso la condivisione di casi clinici reali di gestione dell’esame radiologico e di refertazione dell’immagine, che valorizzano la collaborazione tra reumatologo e radiologo, arricchita dall’esperienza diretta dei pazienti.

    “Trattare i pazienti prima che diventino malati è un obiettivo primario del reumatologo: la risonanza magnetica è una preziosa alleata nella diagnosi differenziale di artrite reumatoide e spondiloartriti, in quanto consente di riconoscere con accuratezza la distribuzione delle lesioni e le alterazioni infiammatorie in corso – sinovite, versamento articolare, edema osseo, entesite -, che identificano l’una o l’altra patologia e spiegano il dolore avvertito dal paziente. Inoltre, potendo risalire all’eziologia del dolore, la risonanza magnetica consente di escludere tutte quelle patologie che possono essere confuse con il dolore infiammatorio, ma che invece hanno natura infettiva, neoplastica, traumatica o meccanica. La corretta diagnosi delle malattie reumatiche è decisiva per impostare una strategia terapeutica tempestiva e appropriata, a beneficio di una prognosi migliore e, quindi, di una migliore qualità di vita per i pazienti”, spiega Fausto Salaffi, Professore associato di Reumatologia, Responsabile del Centro per la Diagnosi Precoce e la Terapia delle Artriti della Clinica Reumatologica dell’Università Politecnica delle Marche, e responsabile scientifico dell’Academy, tra i massimi esperti nel campo dell’imaging in Reumatologia.

    “Per molte persone con malattie reumatiche, la diagnosi è un percorso ancora lungo e pieno di ostacoli, che può portare a conseguenze negative sulla salute fisica e psicologica della persona e dell’intero nucleo familiare. Oggi, grazie ai trattamenti disponibili, è possibile evitare danni irreversibili e avere una buona qualità della vita, ma è necessario un intervento il più tempestivo e appropriato possibile. Per questo, la diagnosi precoce è un aspetto cruciale del Patient Journey e la parte più importante della cura”, afferma Antonella Celano, Presidente APMARR APS-ETS, l’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare. “Un approccio strutturato, basato sulla diagnosi precoce, sulla multidisciplinarietà e sulla personalizzazione della terapia, che possono trarre grande beneficio da un impiego più diffuso delle tecniche di imaging, è in grado di migliorare significativamente gli esiti clinici e la qualità della vita dei pazienti”.

    Oltre al supporto alla diagnosi, le metodiche di imaging sono utili nel monitoraggio della progressione della malattia, offrendo allo specialista la possibilità di personalizzare i trattamenti, valutare l’efficacia degli interventi e ridurre l’impatto delle complicanze extra-articolari che possono mettere a rischio la sopravvivenza stessa del paziente.

    “Basti pensare”, continua il prof. Fausto Salaffi, “che il 20% dei pazienti con artrite reumatoide sviluppa un’interstiziopatia a livello polmonare, con infiammazione diffusa e fibrosi del tessuto del polmone, che espone a un rischio di mortalità di tre volte superiore. In presenza di specifici fattori di rischio, la TAC ad alta definizione consente di valutare accuratamente il rischio di sviluppo ed evoluzione del danno polmonare, supportando il reumatologo nella scelta della cura più appropriata per gestire sia la patologia di base, cioè l’artrite reumatoide, sia la complicanza polmonare”.

    L’importanza della collaborazione tra reumatologo e radiologo

    Il progetto formativo si avvale del supporto di Celltrion Healthcare, l’azienda sudcoreana sostenitrice di un modello virtuoso di diffusione del know-how tecnico-clinico a beneficio di una più efficace gestione del paziente reumatologico, basato su un approccio multidisciplinare e sulla condivisione di casi clinici reali di malattie reumatiche, grazie al coinvolgimento dei massimi esperti italiani nei campi della Reumatologia e della Radiologia.

    Al centro dei lavori dell’Academy 2.0, che quest’anno raddoppia con una seconda sessione in programma nel mese di ottobre, c’è l’indispensabile collaborazione tra reumatologo e radiologo ai fini della corretta individuazione delle lesioni e dei segni clinici, della diagnosi di malattie reumatiche e del monitoraggio terapeutico.

    “La risonanza magnetica è la tecnica di prima scelta nella diagnosi precoce dell’artrite reumatoide e delle spondilo-artriti durante la cosiddetta ‘fase di transizione del dolore’ in cui è possibile identificare con accuratezza alcuni segni indicativi della presenza di una malattia subclinica, tuttavia non è ancora diffusa in modo capillare”, dichiara Marina Carotti, Professore associato del Dipartimento di Scienze Radiologiche dell’Università Politecnica delle Marche; Consigliere e Vicepresidente della Sezione di studio di Radiologia Muscolo-scheletrica della SIRM-Società Italiana Radiologia Medica e Interventistica. “Al di là delle criticità strutturali legate a un accesso alla tecnologia non omogeneo sul territorio nazionale, esiste un gap culturale e formativo che va colmato. È essenziale trasferire al reumatologo l’importanza di far riscorso all’imaging e di richiedere indagini diagnostiche specifiche per il singolo paziente; mentre il radiologo va ‘educato’ a riconoscere le lesioni da valorizzare con l’imaging per dare informazioni utili al reumatologo per la scelta del migliore approccio terapeutico”.

    Individuare le malattie reumatiche con l’AI

    Da non sottovalutare anche il ruolo dell’Intelligenza Artificiale per valutazioni cliniche sempre più rapide e accurate delle malattie reumatiche.

    “Al giorno d’oggi, quando parliamo di diagnostica non possiamo non tenere in considerazione l’Intelligenza Artificiale e i nuovi software, importanti strumenti a supporto degli specialisti che, implementati con avanzate piattaforme di machine-learning, possono elaborare enormi quantità di dati e osservazioni restituendo valutazioni predittive sull’evoluzione della malattia”, conclude il prof. Fausto Salaffi.

     

    Academy Diagnostic 2.0 imaging intelligenza artificiale (AI) risonanza magnetica
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