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    Sei qui:Home»Tendenze»Artrite: la cura adesso è meno invasiva

    Artrite: la cura adesso è meno invasiva

    By Redazione BitMAT29 Gennaio 20246 Mins Read
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    Medicina rigenerativa, robotica avanzata e trattamento dell’artrite protagoniste della Giornata della ricerca della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico.

    Artrite
    Paolo Sormani, amministratore delegato e direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico

    Ci sono l’innovazione e la ricerca alla base delle ultime notizie in campo medico. Curare l’artrite adesso può essere meno invasivo.

    Il trattamento dell’artrite parte dai laboratori

    Prelevare poche cellule della cartilagine del naso con un’indolore biopsia, farle crescere in laboratorio e creare una nuova membrana cartilaginea con cui sostituire quella usurata del ginocchio del paziente: si tratta di un nuovo trattamento per l’artrite al centro del progetto di ricerca europeo ENCANTO (Cartilagine ingegnerizzata dal naso per il trattamento dell’osteoartrite) di cui la Fondazione Policlinico Universitario Campus Boi-Medico è coordinatore. Il progetto è una delle ricerche innovative presentate oggi nel corso della Giornata della ricerca della Fondazione Policlinico Universitario Campus Boi-Medico, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il presidente della Commissione sanità, politiche sociali e integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio Alessia Savo, il commissario straordinario dell’Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro Fabrizio D’Ascenzo e il direttore del Dipartimento di Scienze biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) Giovanni Maga. 

    Coordinato dalla Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico (principal investigator prof. Gianluca Vadalà), il progetto ENCANTO punta a sviluppare la medicina rigenerativa della cartilagine del ginocchio per farne un’alternativa su larga scala alla più invasiva e onerosa per il paziente impianto di protesi del ginocchio e coinvolge eminenti esperti provenienti da diverse nazioni europee: 18 partners da nove Stati membri dell’UE (Italia, Germania, Croazia, Austria, Polonia, Svezia, Grecia, Paesi Bassi e Finlandia) e un Paese terzo (Svizzera).

    Nuove speranze per i casi più complessi

    Dichiara il professor Vincenzo Denaro, direttore scientifico e primario emerito di Ortopedia e Traumatologia della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico: “La Fondazione Policlinico Campus Bio-Medico è impegnata nello sviluppo di terapie avanzate con l’utilizzo di cellule, in particolare di trattamenti che possano stimolare la rigenerazione dei tessuti, offrendo nuove speranze ai pazienti colpiti da condizioni ortopediche complesse come il mal di schiena cronico, l’artrosi e il ritardo di guarigione delle fratture. Nel complesso, dispone di oltre 60 Unità operative di ricerca e più di 600 studi clinici attivi che coinvolgono oltre 7.000 pazienti. I nostri ricercatori hanno raggiunto importanti risultati nel 2023: un tasso di successo del 36% per i progetti di ricerca presentati in risposta a bandi competitivi nazionali e internazionali e oltre 140 studi clinici tra profit e no profit sono stati valutati dal Comitato Etico”.

    Sottolinea l’amministratore delegato e direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Paolo Sormani: “La Giornata della ricerca è l’appuntamento in cui la Fondazione condivide con la comunità scientifica e il mondo istituzionale i progressi più significativi raggiunti nel corso dell’anno e i principali studi in corso. L’attività scientifica è molto importante per noi, sia perché siamo convinti che dove si fa ricerca anche l’attività di cura del paziente sia migliore sia perché vogliamo portare a coronamento il percorso di riconoscimento come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) con specializzazione ortopedica, che speriamo possa essere raggiunto nel 2025”.

    Alle sperimentazioni cliniche in ortopedia, con particolare riferimento alla medicina rigenerativa e all’innovazione robotica, è stata dedicata grande attenzione nel corso della Giornata.

    C’è l’innovazione alla base del progetto ENCANTO

    Il progetto si configura come un innovativo approccio rigenerativo per il trattamento dell’osteoartrite che prevede una sperimentazione clinica multicentrica internazionale al fine di proporre un’alternativa concreta all’impianto di protesi del ginocchio con cui, di norma, viene trattato questo disturbo potenzialmente invalidante.

    L’artrosi, infatti, si caratterizza per la degenerazione progressiva della cartilagine articolare e si configura come una delle principali cause di dolore e disabilità a livello globale. ENCANTO propone di attingere al potenziale delle cellule della cartilagine nasale per rigenerare il tessuto cartilagineo del ginocchio, ripristinare la stabilità dell’articolazione, migliorarne la mobilità e ridurre il dolore. Come? Attraverso una piccola biopsia della cartilagine nasale si ottengono in laboratorio cellule della cartilagine, chiamati condrociti autologhi, che vengono fatti crescere su un’impalcatura di collagene, formando delle vere e proprie membrane tridimensionali di cartilagine. Queste vengono poi applicate nel ginocchio, nelle zone artrosiche dell’articolazione del ginocchio a sostituzione della cartilagine nativa ormai usurata.

    Non solo artrite. Alla giornata della ricerca si parla di Medicina rigenerativa

    In questo ambito si segnala in particolare lo studio dell’irisina, un ormone prodotto con l’attività fisica in risposta alla contrazione muscolare, che stimola le cellule che creano nuovo osso (osteoblasti), proteggendo lo scheletro. Inoltre, ha un effetto benefico sulle cartilagini, sui dischi intervertebrali e sull’ippocampo. Obiettivo di questa linea di ricerca è isolare quella specifica parte della molecola dell’irisina promotrice di questi effetti positivi e renderla disponibile soprattutto a pazienti afflitti da artrosi e mal di schiena cronico.

    Sono in corso tre studi clinici, inoltre, per valutare l’efficacia del trapianto nel disco intervertebrale di cellule staminali mesenchimali provenienti dal paziente stesso o da donatore. I risultati preliminari di questi studi hanno dimostrato un significativo miglioramento del dolore e del metabolismo dei dischi trattati, valutati tramite tecniche avanzate di risonanza magnetica. Gli studi puntano, come obiettivo finale, a promuovere la rigenerazione del disco intervertebrale. Sono stati finanziati dalla Commissione Europea (HORIZON 2020), dal Ministero della Salute (Ricerca Finalizzata e Piano Nazionale Complementare), e dall’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro – INAIL (Bando Ricerche in Collaborazione).

    Sarà condotto un trial clinico multicentrico per dimostrare l’efficacia delle cellule mesenchimali del midollo osseo da donatore, combinate con un biomateriale, nella guarigione di fratture con ritardo o assenza di consolidamento. Il progetto mira a mettere a disposizione un prodotto combinato, composto da cellule staminali ed un biomateriale, e fornire una terapia che migliori l’esito delle fratture non guarite.

    Infine, si segnala un progetto finanziato dal Ministero della Salute per una terapia avanzata con cellule staminali da cordone ombelicale per rigenerare il tessuto cartilagineo come trattamento per l’artrosi di ginocchio.

    Robotica Innovativa

    La Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è un centro ad alta specializzazione robotica e si caratterizza per un uno sviluppo dell’innovazione tecnologica finalizzata al miglioramento dei processi di salute.

    Tra le innovazioni di maggior rilievo vi è un robot mobile per imaging e navigazione che supporta i chirurghi in interventi alla colonna vertebrale, soprattutto in caso di patologie destabilizzanti che interessano le strutture nervose, quali instabilità vertebrale, deformità della colonna, scoliosi, scivolamento delle vertebre (spondilolistesi).

    Artrite

    Nei casi in cui sia necessario impiantare viti che assicurino le vertebre le une alle altre per assicurare maggiore stabilità al paziente, questo strumento, sulla base di immagini diagnostiche acquisite con le strumentazioni consuete e di quanto indicato da suoi sensori, guida i chirurghi in questa operazione che è così effettuata in un tempo inferiore di circa il 25%.

    La Fondazione dispone inoltre di una piattaforma robotica per interventi in chirurgia laparoscopica, un sistema robotico per l’artroplastica del ginocchio e dell’anca.

    Questi strumenti consentono una maggiore precisione e accuratezza, tempi di degenza ridotti, un recupero più rapido, minor dolore, ferite più circoscritte e riduzione di sanguinamenti eventuali.

    Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico laboratorio medicina rigenerativa ricerca robotica
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