L’Aula Magna del Rettorato della Sapienza Università di Roma ha ospitato l’evento “Salute 5.0 e Ricerca. Le Iniziative del Piano Nazionale Complementare al servizio del Futuro Digitale della Sanità”, un momento di incontro e visione condivisa tra università, istituzioni, mondo della ricerca e della sanità per delineare le nuove traiettorie della salute digitale e sostenibile.
Alla presenza della Magnifica Rettrice Antonella Polimeni e del Ministro della Salute Orazio Schillaci, le quattro Fondazioni di ricerca del Piano Nazionale Complementare – D³4Health, DARE, ANTHEM e Fit4MedRob – hanno presentato i risultati e le prospettive delle loro attività, mostrando come la collaborazione tra competenze diverse e complementari possa generare un impatto concreto sulla qualità della vita dei cittadini e sull’evoluzione del sistema sanitario nazionale.
L’obiettivo comune è costruire un ecosistema della salute sinergico, in cui ricerca, innovazione, strutture ospedaliere, mondo della sanità e istituzioni lavorano insieme per rendere la medicina sempre più predittiva, personalizzata e centrata sulla persona. Le quattro Fondazioni, nate da un’azione coordinata del Ministero della Salute, del sistema universitario e della ricerca italiana, rappresentano oggi un modello unico di cooperazione tra laboratori, centri clinici e territori, capace di tradurre le tecnologie emergenti in soluzioni di cura, prevenzione e riabilitazione sostenibili.
Il ruolo di Fondazione D³4HEALTH nella Salute 5.0
Gemelli digitali e biologici, sensori, wearable, scienze omiche, infrastrutture di ricerca si uniscono per creare la medicina di precisione per costruire la sanità del futuro: è questa la visione che guida Fondazione D³4HEALTH (Digital Driven Diagnostics, Prognostics and Therapeutics for Sustainable Healthcare).
L’iniziativa nasce per sviluppare un ecosistema multidisciplinare che coniughi ricerca avanzata, innovazione tecnologica, formazione professionale e trasferimento tecnologico, con l’obiettivo di migliorare diagnosi, prognosi, terapie e sistemi di cura, sostenendo una trasformazione digitale sostenibile del sistema sanitario nazionale.
Attraverso piattaforme digitali multilivello, D³4HEALTH integra dati clinici, istologici, patologici e radiologici con quelli provenienti da sensori e dispositivi indossabili, analizzandoli tramite algoritmi di intelligenza artificiale per la creazione di gemelli digitali. I gemelli biologici e gli Organo On Chip, generati in laboratorio tramite modelli in vitro, offrono il riscontro sperimentale necessario per validare le simulazioni digitali, migliorando la comprensione dei meccanismi di malattia e il supporto alle decisioni terapeutiche.
La Fondazione riunisce oltre 400 ricercatori, 8 università, 7 enti di ricerca, 11 IRCCS/Aziende Sanitarie/ASL, 2 imprese: tra le strutture di punta figurano i laboratori per l’imaging, la medicina computazionale e di genomica, data center per lo sviluppo di gemelli biologici e organon-chip, messe in rete attraverso la costituzione di una Infrastruttura di Ricerca.
Accanto alla ricerca scientifica, D³4HEALTH promuove programmi di formazione e sviluppo delle competenze per creare le professionalità del futuro, capaci di unire saperi medici, ingegneristici e informatici in un’unica visione: quella di una salute realmente digitale e centrata sulla persona.
Cosa fa e come opera DARE
DARE (Digital Lifelong Prevention) punta invece a trasformare la prevenzione in un processo digitale, continuo e personalizzato, capace di accompagnare la persona lungo tutto l’arco della vita attraverso vere e proprie “traiettorie di salute”.
Oggi DARE coinvolge oltre 50 partner tra università, IRCCS, aziende sanitarie ed agenzie per l’ambiente, imprese private, e fondazioni, oltre all’INFN – per una metà coinvolti attraverso bandi a cascata – organizzati in un ecosistema di innovazione che copre l’intero spettro della prevenzione – primaria, secondaria e terziaria.
Grazie all’integrazione di dati clinici, ambientali, genetici e comportamentali, DARE sviluppa e valida strumenti digitali per la prevenzione predittiva, modelli di intelligenza artificiale e piattaforme interoperabili per la sanità pubblica.
Sono oltre 70 i progetti pilota già avviati in cinque regioni italiane (Emilia-Romagna, Lazio, Veneto, Puglia e Sicilia), che coinvolgono dati, retrospettivi o prospettici, di oltre 2,5 milioni cittadini.
DARE opera attraverso la Fondazione DARE, con sede a Bologna, che ne costituisce l’Hub nazionale e assicura continuità, governance e sostenibilità all’iniziativa. La Fondazione coordina una rete di centri di competenza digitali, promuove percorsi di formazione e accelera l’adozione di modelli innovativi di prevenzione e salute pubblica, in stretto raccordo con i servizi sanitari regionali.
Con DARE, l’Italia si posiziona tra i Paesi europei più attivi nella costruzione di un ecosistema digitale per la prevenzione, in linea con le strategie del European Health Data Space e del WHO Digital Health Strategy, ponendo le basi per una sanità più predittiva, partecipativa e sostenibile.
La Fondazione ANTHEM e i suoi progetti pilota
Trattamenti innovativi, sensori e strumenti di diagnosi, intelligenza artificiale e imaging per la salute, medicina di precisione e supporto alle decisioni cliniche: è questo il campo d’azione di Fondazione ANTHEM, che coordina 28 progetti pilota che mettono in dialogo medicina, ingegneria, fisica, informatica ed economia. L’obiettivo è trasformare la conoscenza scientifica in tecnologie e soluzioni concrete per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle patologie croniche e delle malattie che ancora oggi non dispongono di una cura.
Al lavoro ci sono oltre 300 ricercatori e 30 partner – tra cui 11 università, 10 centri clinici e di ricerca, 8 imprese e associazioni –, che collaborano all’interno di una rete progettuale articolata, sostenuta anche da 5 partnership internazionali. Un ecosistema che comprende infrastrutture e laboratori d’avanguardia, con 51 milioni di euro già investiti in attrezzature scientifiche avanzate. Punta di diamante è la creazione, a Caserta, del primo centro italiano per la BNCT – Boron Neutron Capture Therapy, tecnologia di frontiera per il trattamento dei tumori resistenti alle terapie convenzionali, unico nel suo genere in Europa. L’attività di ricerca ha già portato a 6 brevetti e più di 330 pubblicazioni scientifiche.
La riabilitazione innovativa di Fit4MedRob
Completa il quadro delle 4 Iniziative Fit4MedRob (Fit for Medical Robotics) che si distingue per l’approccio innovativo alla riabilitazione e all’assistenza delle persone con difficoltà motorie, sensoriali o cognitive, grazie all’impiego integrato di tecnologie (bio)robotiche e digitali.
Oltre 2.000 pazienti, coinvolti in 20 trial clinici pragmatici su tutto il territorio nazionale, contribuiscono a validare – attraverso l’uso di robot commerciali – un modello di riabilitazione robotica più efficace, sostenibile e accessibile.
In aggiunta in 50+ trial esplicativi, ingegneri e clinici lavorano fianco a fianco per rendere i dispositivi biorobotici prototipali sempre più aderenti ai bisogni reali dei pazienti e alle pratiche cliniche quotidiane. Con attività alla frontiera tra ingegneria e biologia, contribuisce infine a creare la nuova generazione di tecnologie per la robotica riabilitativa, che ridefinirà il futuro dei percorsi di cura e dell’autonomia delle persone.
Parallelamente, Fit4MedRob opera anche sul piano normativo ed economico per favorire l’integrazione sostenibile delle tecnologie robotiche e digitali nel Sistema Sanitario Nazionale.
Transizione digitale della salute: la cooperazione tra ricerca, istituzioni e sistema produttivo
Nel corso della giornata, i rappresentanti scientifici e accademici delle quattro Fondazioni – insieme ai partner clinici e tecnologici – hanno approfondito i temi delle tecnologie abilitanti, della sostenibilità del sistema sanitario, della medicina di precisione e delle sfide etiche e normative che accompagnano la transizione digitale della salute.
L’incontro dell’11 novembre ha confermato la centralità della cooperazione tra ricerca pubblica, istituzioni e sistema produttivo come leva per costruire un futuro della sanità fondato su conoscenza, interoperabilità e impatto sociale. Un modello di ricerca integrata e visione condivisa, in cui l’Italia gioca un ruolo da protagonista nella definizione di una sanità più intelligente, inclusiva e sostenibile.
Alcune dichiarazioni
Maria Sabrina Sarto, Presidente di Fondazione D³4Health, ha dichiarato: “D³4Health affronta la sfida di una nuova visione della medicina, basata sull’integrazione tra dati, sensoristica, biotecnologie e intelligenza artificiale, per rendere diagnosi e terapie sempre più personalizzate, predittive e sostenibili. Attraverso la collaborazione tra università, enti di ricerca, ospedali, istituti per la ricerca e la cura, imprese, la Fondazione unisce ricerca scientifica, formazione e trasferimento tecnologico, creando un ecosistema che valorizzi le competenze e acceleri l’adozione delle innovazioni nei contesti reali di cura. I modelli di “digital and biological twin” sono sviluppati per cinque tra le malattie a maggior impatto sul Sistema Sanitario Nazionale, quali il cancro metastatico del colon, il cancro del fegato e delle vie biliari, il cancro del sistema nervoso centrale, il diabete di tipo I, la sclerosi multipla Con oltre 400 ricercatori e infrastrutture all’avanguardia, D³4Health contribuisce a rafforzare la competitività scientifica del Paese e a costruire un modello di sanità capace di affrontare le sfide del futuro. In sinergia con le altre Fondazioni del Piano Nazionale Complementare, la Fondazione lavora per tradurre la ricerca in valore concreto per il sistema sanitario e per i cittadini, affinché l’innovazione diventi parte integrante e sostenibile della salute di tutti”.
“Investire in prevenzione significa investire nel futuro del Paese”, ha affermato Lorenzo Chiari, Presidente della Fondazione DARE. “Oggi abbiamo l’opportunità – e la responsabilità – di ripensare la prevenzione come un bene comune, diffuso e sostenibile, capace di ridurre le disuguaglianze e migliorare la qualità della vita. La straordinaria accelerazione delle tecnologie digitali apre scenari impensabili fino a pochi anni fa: sensori indossabili, intelligenza artificiale e digital twin permettono di individuare precocemente i fattori di rischio e agire prima che si trasformino in malattie o acuiscano le cronicità. Ma la sfida è duplice: innovare senza perdere il controllo pubblico del processo, perché la salute resta un bene collettivo da tutelare e governare con responsabilità. Per questo – accanto alla tecnologia – servono nuovi strumenti, etici, giuridici e finanziari, che rendano la prevenzione e la promozione della salute un investimento stabile e strategico per il sistema Paese”.
