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    Sei qui:Home»Cura»Epatite C: nel Lazio un progetto pilota all’insegna della tecnologia

    Epatite C: nel Lazio un progetto pilota all’insegna della tecnologia

    By Redazione BitMAT29 Novembre 20215 Mins Read
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    Device garantisce esami ecografici a distanza con Teleconsulto per riconoscere le lesioni focali del fegato

    epatite c

    Formare operatori sanitari medici ed infermieri dei Servizi per le Dipendenze, dando loro la possibilità di eseguire un esame ecografico onsite nel paziente con diversi gradi di malattia epatica da infezione cronica da virus della epatite C, assistiti dallo specialista collegato in tempo reale in streaming per l’interpretazione delle immagini e la compilazione del referto. Verificare la fattibilità tecnica del video streaming di immagini con qualità sufficiente per una adeguata interpretazione diagnostica. Verificare le criticità di un approccio assolutamente innovativo ed eventualmente esportabile in altre realtà, nell’ottica di centralizzare presso il SerD l’intero percorso di screening, diagnosi e cura dei pazienti con disturbo da uso di sostanze potenzialmente affetti da virus di epatite C.

    Un approccio semplificato e interamente a distanza tramite Teleconsulto, realizzato con un device estremamente pratico e facile da utilizzare. Il tutto all’insegna del messaggio “Non far spostare il paziente ma far spostare le informazioni che lo riguardano”.

    Di questo ed altro si è discusso al Policlinico Umberto I di Roma, in occasione del corso di formazione ECM sulla gestione dei tossicodipendenti con epatite C, organizzato dal provider Letscom E3 con il contributo non condizionante di AbbVie. Il corso, dal titolo ‘L’ECOGRAFIA ONSITE NEL PAZIENTE EPATOPATICO A BASSA COMPLIANCE – Dalla teoria alla pratica. La nuova tecnologia per l’esecuzione di un esame ecografico a distanza’, rientra nell’ambito di ‘HAND – Hepatitis in Addiction Network Delivery’, il progetto di networking a livello nazionale patrocinato da quattro società scientifiche (SIMIT, FeDerSerD, SIPaD e SITD) che dal 2019 coinvolge i Servizi per le Dipendenze e i Centri di cura per l’HCV afferenti a diverse città italiane.

    Si tratta del terzo dei cinque moduli facenti parte del corso, progetto pilota formativo che ha preso il via lo scorso 10 novembre e che si concluderà il prossimo 15 dicembre. Fra i temi salienti, si è parlato di come riconoscere le cosiddette lesioni focali del fegato: cisti, angiomi o nella peggiore delle ipotesi, epatocarcinoma.

    Responsabile scientifico del corso Adriano De Santis, Professore associato di Gastroenterologia, Sapienza Università di Roma, UOC Gastroenterologia, Policlinico Umberto I, Roma, che si è soffermato sulle motivazioni che hanno portato alla nascita di questa iniziativa davvero all’avanguardia.

    “L’iniziativa- ha spiegato De Santis- nasce dalla necessità di andare a scovare il sommerso per quanto riguarda l’infezione cronica da HCV. In questo momento le terapie ci hanno consentito di guarire tutto l’emerso, però sappiamo che esiste molto sommerso. In alcune categorie questo è molto rilevante. Tra queste ci sono categorie dalla gestione difficile che sono i pazienti che fanno uso di sostanze e che afferiscono ai nostri Ser.D.”.

    Dopo aver chiarito che “l’obiettivo del Corso non è quello di insegnare ad interpretare l’immagine ma di insegnare ad ottenere l’immagine, che verrà inviata in streaming ad un Centro, dove ci sarà un ecografista esperto che le interpreterà, interagendo e fornendo istruzioni sul modo migliore per ottenere un’immagine leggibile ed interpretabile, De Santis ha poi parlato delle Lesioni focali, informando che “le Lesioni occupanti spazio, note come LOS, sono piuttosto frequenti nella popolazione generale, nella gran parte dei casi sono Los benigne e le più comuni sono gli angiomi e le cisti”.

    Un’esperienza davvero all’avanguardia ma, come ha precisato De Santis, che non esclude la possibilità che il nuovo device possa comunque presentare difficoltà tecniche ed organizzative.

    “Abbiamo pensato di semplificare la vita ai nostri pazienti per aumentarne la compliance- ha affermato De Santis- e quindi farli gestire direttamente nel Centro di riferimento, senza farli spostare nei Centri prescrittori per le successive terapie”.

    De Santis ha poi aggiunto che “in questo ambito abbiamo pensato di addestrare i medici e gli infermieri che lavorano nei Ser.D. e potremmo avere delle difficoltà per quanto riguarda l’interpretazione, soprattutto delle immagini ecografiche. La disponibilità di nuove attrezzature, quindi, di una tecnologia che ci consente di eseguire ecografie direttamente nel luogo in cui afferisce il paziente, a basso costo, solo con il coinvolgimento di uno specialista che può essere anche a distanza e, quindi, in un grande ospedale”.

    In cosa consiste questa sonda, emblema di una vera e propria ‘iniziativa pionieristica’?

    A fare chiarezza la Dottoressa Daniela Maggi, Università La Sapienza di Roma, che insieme alla Dottoressa Anna Morrone hanno contribuito fattivamente alla realizzazione del corso e svolgeranno un ruolo di tutor nella fase di avvio del progetto.

    Maggi ha dichiarato che “il meccanismo è molto semplice. Si tratta di una sonda che si collega wireless al device che scegliamo di utilizzare, che può essere un tablet o un cellulare. Tramite questa sonda andremo a visualizzare l’immagine ecografica direttamente sul tablet. Al di là della varia regolazione delle immagini e della misurazione dei diversi parametri, è possibile effettuare una chiamata ad un indirizzo email dello specialista di riferimento per inviare le immagini in tempo reale e farle visionare per l’interpretazione al Centro specialistico”.

    Al Corso ha preso parte anche il Dottor Pietro Casella, Direttore UOC Dipendenze Asl Roma 1, che ha evidenziato le differenze tra paziente e paziente con disturbo da uso di sostanze.

    Casella ha reso noto che “la malattia si esplica e si sviluppa in tutti nello stesso identico modo. Gli elementi di differenza sono legati essenzialmente agli elementi di fragilità del paziente con disturbo da uso di sostanze, quindi difficoltà insite alla malattia, che comportano ostacoli, spesso, all’accesso alla diagnosi e alle cure”.

    Gli specialisti torneranno a riunirsi l’1 e il 2 dicembre prossimi presso l’Ambulatorio Ser.D.- ASL Roma 1: in occasione del 4° Modulo, si terranno infatti le prove pratiche per verificare le modalità di esecuzione di un esame ecografico con la sonda stand alone. Assistiti da tutor, i partecipanti potranno verificare la fattibilità tecnica dell’esame ecografico con streaming in tempo reale.

    Epatite C
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